Donne in Iraq: dalla Rivoluzione al Coronavirus
1 ottobre 2021
Il 5 settembre 2020, il gruppo She Revolution ha tenuto, durante il Norwegian Social Forum, un webinar chiamato “Women in Iraq: from the Revolution to Corona”(Donne in Iraq: dalla rivoluzione al Coronavirus). Il webinar si è focalizzato su come la pandemia abbia influito sulla vita delle donne in Iraq, a cominciare dalle manifestazioni iniziate lo scorso ottobre alla diffusione del COVID19. I partecipanti hanno analizzato assieme l’aumento del tasso di violenza domestica e di suicidio e si sono confrontati sul recente dibattito riguardante la legge sulla violenza domestica e cosa la sua approvazione – o, al contrario, il suo rifiuto – significherebbe per la società irachena.
La riunione è durata un’ora e mezza ed è stata condotta da tre rappresentanti di She Revolution. E’ stata divisa in tre parti, ognuna riguardante uno degli argomenti precedentemente citati: la vita delle donne, l’impatto delle manifestazioni e del COVID19 e la legge sulla violenza domestica.
Il primo intervento si è concentrato sulle radici profonde delle proteste di ottobre, spiegando come questo movimento nonviolento dal basso riguardi la volontà da parte degli iracheni di trasformare il loro paese da una terra lacerata da divisioni artificiali ad un luogo che tutti possano chiamare casa. Tali proteste hanno visto la morte di 700 iracheni, la sparizione di 170 manifestanti e più di 27.000 feriti.
Le donne hanno giocato un importante ruolo in queste proteste grazie alla loro presenza nelle piazze fin dall’inizio del movimento, aiutando con i viveri e offrendo supporto medico oltre che sfilando durante le manifestazioni organizzate in tutte le province irachene. Questa partecipazione attiva e operativa è stata profondamente utile per iniziare a decostruire gli stereotipi radicati nella società irachena sul ruolo delle donne, portando molti a riconsiderare il ruolo della donna nella società.
La seconda relatrice ha parlato di come il coronavirus abbia influito sulla vita delle donne e dei bambini in Iraq. Sono stati discussi gli effetti sociali ed economici del COVID sulle donne e di come queste siano divenute responsabili per tutta la propria famiglia dopo la perdita del lavoro da parte degli uomini. Questo passaggio di potere, assieme al drastico cambiamento della situazione lavorativa e finanziaria all’interno delle famiglie, ha portato ad un forte aumento della violenza domestica durante il periodo di lockdown.
Infine il webinar ha rivolto la propria discussione sulla proposta di legge contro la violenza domestica e sulle campagne a suo supporto, specialmente dopo il caso di Malak Alzubaidy che si è data fuoco dopo aver subito terribili abusi. In questo caso il perpetratore non è stato ritenuto responsabile, in quanto la legge vigente specifica che è la vittima stessa deve denunciare la violenza.
La nuova legge deve affrontare alcune sfide importanti, alcuni ad esempio si oppongono ad essa, sostenendo che porterà i bambini a disobbedire ai loro genitori oppure che darà un’eccessiva libertà alle donne.
Nell’ultimo e terzo intervento sono state presentate le diverse varianti dell’emendamento sull’attuale legge sulla violenza domestica. Queste includono la possibilità per le persone diverse dalla vittima di denunciare un caso di violenza e richiedono maggiori interventi educativi riguardanti a questa importante questione, sensibilizzando anche sul rispetto della legge e più generalmente lavorando sul cambiamento della concezione del ruolo della donna nella comunità irachena.
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